venerdì 31 luglio 2009

Travaglio Vs. Sofri

Antefatto: qualche mese fa scoppiò un mezzo casino per l’intervista di Vauro e della principessina Borromeo alla trasmissione L’ERA GLACIALE della Bignardi, intervista tagliata dal direttore Marano a causa della par condicio. Si disse, allora, che sarebbe poi stata riproposta a fine elezioni. In verità il programma si concluse senza la messa in onda di alcun che.
Fra Marco Travaglio e Luca Sofri, sui rispettivi blog, è esplosa una polemica ancor più grande che io, qua riporto, a mo’ di botta e risposta per vostra comodità, poi ognuno giudicherà in proprio...

Apre Marco Travaglio :
Un mese fa, con la scusa della par condicio, Daria Bignardi tagliò l’intervista a Vauro e a Beatrice Borromeo, ma giurò di trasmetterla nell’ultima puntata dell’Era glaciale: infatti, nell’ultima puntata, ha intervistato il giornalista Calabresi, il cantante Morgan, il velista Malingri e lo scrittore Lolli. Vergogniamoci per lei.

Risponde Luca Sofri:
Bugiardo e falso, Travaglio attribuisce a Daria Bignardi il taglio dell’intervista, che sa essere stata una scelta del direttore di RaiDue, ovvero del suo stesso direttore di Anno Zero, che Travaglio non ha il fegato nemmeno di citare. Bugiardo falso e stupido, Travaglio ritiene che Daria Bignardi abbia trovato una “scusa” per tagliare un’intervista che aveva scelto di fare lei stessa. Bugiardo e falso e vile, Travaglio si inventa che Daria Bignardi abbia “giurato” che l’intervista sarebbe stata trasmessa nell’ultima puntata: e anche in questo dirotta dove gli è più facile le accuse che ha paura di fare ad Antonio Marano, anche perché Marano lo prenderebbe a ceffoni visto che simile promessa non l’ha mai fatta nemmeno lui. Bugiardo e falso e incompetente, Travaglio non sa o finge di non sapere che la par condicio termina con i ballottaggi e che quindi nessuno avrebbe mai potuto annunciare quell’intervista per l’ultima puntata: Marano annunciò infatti che sarebbe andata in onda su RaiDue una volta finita la par condicio. Ma di Marano Travaglio non osa neanche fare il nome, ora che ha una poltrona in prima serata da tenersi stretta e il gessato che gli si addice.
Poi uno si chiede come abbia fatto a perdere una querela da Cesare Previti.

Contro-replica di Marco Travaglio:
L’Era glaciale è finita venerdì sera, ma l’intervista censurata non è andata in onda nemmeno ora che le elezioni europee sono passate.
Scrive il poveretto che la censura è “stata una scelta del direttore di RaiDue, ovvero del suo stesso direttore di Anno Zero, che Travaglio non ha il fegato nemmeno di citare”. Insomma, io avrei “paura di fare accuse ad Antonio Marano, anche perché Marano lo prenderebbe a ceffoni… Di Marano, Travaglio non osa neanche fare il nome, ora che ha una poltrona in prima serata da tenersi stretta e il gessato che gli si addice”.
Questo pover’uomo ignora che sono stato il primo a denunciare la decisione di Marano di chiudere il programma di Massimo Fini, “Cyrano”, prima sull’Unità e poi nel primo capitolo del libro “Regime”.
Ignora pure che un mese fa, quando Marano ordinò il taglio dell’intervista a Beatrice e a Vauro e la Bignardi servilmente si piegò alla censura, scrissi sull’Unità quanto segue: “Si attende da una settimana che la Commissione di Vigilanza e il Cda Rai, ma anche le ‘authority’ e i ‘comitati etici’ dicano qualcosa, una parola non di più, sulla censura subìta da Vauro e Beatrice Borromeo all’”Era glaciale” a opera del direttore Marano e nel silenzio della cosiddetta conduttrice Daria Bignardi. Che poi è la versione giornalistica di Lorena Bianchetti. In Spagna avrebbe qualche problemino, ma in Italia Daria Sbianchetti farà un carrierone”.
E’ la Bignardi, non certo io, a temere di contraddire Marano. E’ lei, non io, a temere per la sua comoda poltroncina. Io non vado in onda perché Marano mi abbia ingaggiato, strappandomi a suon di centinaia di migliaia di euro a La7: io vado in onda perché mi ha chiamato Santoro, che a sua volta va in onda grazie alle sentenze dei giudici di Roma, a dispetto dei vertici Rai che si sono opposti in ogni modo giudiziariamente al reintegro di Michele epurato dall’editto bulgaro. Marano non s’è mai permesso, in tre edizioni di Annozero, di censurare alcunchè: forse perché aveva di fronte un Santoro, non una Bignardi.
Questo omuncolo sostiene che mi sarei inventato la promessa della Bignardi di trasmettere l’intervista censurata nell’ultima puntata dell’”Era glaciale”, e fingerei di non sapere che “la par condicio termina con i ballottaggi”. Cito testualmente le parole della Bignardi: “Sempre che ancora vi interessi sentir parlare di Noemi eccetera, quel che è stato detto lo potrete sentire dopo le elezioni, quando sarà trasmessa, ma non aspettatevi chissà che. Io poi spero che avremo altro di cui discutere, dopo le elezioni. Ma non ci conto molto”. Siccome la Bignardi sapeva benissimo che il suo programma sarebbe finito il 12 giugno, l’unica puntata utile “dopo le elezioni” era appunto quella del 12 giugno, e il riferimento alle “elezioni” non poteva che riguardare le europee del 6-7 giugno. I ballottaggi infatti erano fissati per il 21, ben oltre la chiusura del suo programma. Non ho costretto io la Bignardi a mentire, promettendo una cosa che sapeva di non voler o di non poter fare. L’ha fatto lei, sua sponte.
Confermo, con buona pace del Sofri minore, che quella della “par condicio” elettorale e dell’assenza di “contraddittorio” era una penosa “scusa” per adeguarsi al diktat di Marano. Infatti la Bignardi ha intervistato, in periodo di par condicio, politici come il ministro Zaia e altri senz’alcun contraddittorio. Se poi si temeva che le frasi di Vauro e Beatrice su Berlusconi potessero turbare la campagna elettorale, quel timore (peraltro ridicolo) poteva valere per le elezioni europee in cui Berlusconi era candidato (peraltro ineleggibile), non certo per il referendum o per i ballottaggi delle amministrative, dove Berlusconi non è candidato.

Il poverino conclude: “Poi uno si chiede come abbia fatto (Travaglio) a perdere una querela da Cesare Previti”. Purtroppo gli sfugge la differenza fra una querela (ramo penale) e una causa per risarcimento danni (ramo civile). La prossima volta, prima di avventurarsi su terreni tanto impervi, questo piccolo analfabeta potrebbe rivolgersi a chi, in famiglia, di penale deve intendersi per forza.
A proposito di famiglia, dimenticavo: si sapeva che Luca Sofri è il marito di Daria Bignardi; ora sappiamo che è pure il suo Ghedini personale.

5 commenti:

S ha detto...

Ha perfettamente ragione Travaglio.

Anonimo ha detto...

...che pena....
sia per Sofri che per l'insopportabile Bignardi.
Mi meraviglio che ci sia ancora gente che tenta di mettere in buca una persona preparata, precisa e documentata come Travaglio.

E.

Tupac ha detto...

Ricordo a chi non lo sapesse che da settembre partirà un nuovo quotidiano (Il Fatto), diretto da A.Padellaro, su cui scriveranno Travaglio, Beha, Gomez e altri giornalisti con la G maiuscola..
www.antefatto.it

marlene ha detto...

Da che mondo è mondo, qualsiasi individuo che esordisce nel suo dire con insulti è solitamente privo di adeguata cultura e argomentazioni valide.

Faustiko ha detto...

Giusto ieri mi sono abbonato a "Il fatto" nella versione più economica: 100 euro per un anno e arriva in pdf poco dopo la mezzanotte! Da oggi posso finalmente dire che anch'io sono un editore... :))