martedì 31 agosto 2010

La vecchina dei fiori

Come i portici e le torri è parte integrante dell’arredo urbano cittadino. La nonnina dei fiori. Un soggetto decisamente folkloristico che per più di quarant’anni ha girato per le vie del centro, vestita con abiti iper-sgargianti, cappello e guanti lunghi. Il tutto rigorosamente coordinato ai mazzolini di fiori venduti nelle osterie e nei locali. Conosciuta da chiunque, sul suo conto le leggende metropolitane abbondano: la più diffusa riguarda il patrimonio che molti spergiurano ingentissimo. Come talvolta capita, la realtà non supera le fantasie e la vecchietta semplicemente è quello che appare: un’eccentrica, parecchio svalvolata e nulla più.

Ho scoperto oggi, leggendo della sua morte, che si chiamava Sara Maranelli, era nata nel 1926 sull’Appennino, all’inizio della sua attività, negli anni Settanta, raccoglieva da quelle parti i fiori nei prati e nei boschi. Poi scendeva a Bologna in treno dalla stazione di Vergato e durante il viaggio, nello scompartimento, preparava quelle composizioni floreali che poi vendeva nelle vie del centro. Si è spenta ieri in un ospedale della zona. Con lei se ne è andato un bel pezzo della Bologna che fu.

lunedì 30 agosto 2010

le vie del signore sono infinite, purtroppo.

Dedico foto e pensiero del lunedì al MEETING di Comunione e Liberazione concluso ieri a Rimini..

venerdì 27 agosto 2010

il maestro Mimmo Repetto nel giorno dei suoi 100 anni

Tutto quello che non sopporto ha un nome.

Non sopporto i vecchi. La loro bava. Le loro lamentele. La loro aneddotica esasperata e ripetitiva.

La centralità dei loro racconti. Il loro disprezzo verso le generazioni successive.

Ma non sopporto nemmeno le generazioni successive.

Non sopporto i giovani. La loro arroganza. La loro ostentazione di forza e gioventù.

La prosopopea dell’invincibilità eroica dei giovani è patetica.

Non sopporto i bambini che urlano e piangono. E quelli silenziosi mi inquietano, quindi non sopporto neppure loro.

Non sopporto i manager. E non c’è bisogno nemmeno di spiegare il perché. Non sopporto i piccolo borghesi, chiusi a guscio nel loro mondo stronzo. Alla guida della loro vita, la paura. La paura di tutto ciò che non rientra in quel piccolo guscio. E quindi snob, senza conoscere neanche il significato di quella parola.

Non sopporto quelli di ampie vedute, i tolleranti. Sempre corretti, sempre ineccepibili. Li critichi e loro ti ringraziano per la critica. Insomma, mettono in difficoltà perché boicottano la cattiveria.

Ma non sopporto neanche quelli che non ti mettono mai in difficoltà. Sempre ubbidienti e rassicuranti. Fedeli e ruffiani.

Non sopporto i soprannomi, gli indecisi, i convenevoli, la carta da parati, il disordine, le bevande analcoliche, le citofonate inaspettate e le telefonate troppo lunghe, i compagni di scuola che dopo trent’anni ti incontrano e ti chiamano per cognome. Gli svampiti che dicono “di tendenza”, i modaioli che dicono “figata”, certe bellezze che si rivolgono a tutti con “tesoro”.

Non sopporto i superiori che giudicano, gli scrittori seriosi, i cantanti rock attempati con i jeans attillati, i suonatori di bongo, i filosofi di bell’aspetto, le docce con le tende, la musica al ristorante, i neologismi e gli inglesismi, i figli di papà e quelli d’arte, i Lion’s club, i cocainomani, i faziosi e i tifosi, le lampade abbronzanti, le coppie con lei giovane e lui maturo e viceversa, i millantatori, i sottosegretari, i vincenti, i lagnosi, le religioni improvvisate ed i loro seguaci, le installazioni visive, i massoni, il turismo sessuale, gli infermieri con gli zoccoli, le risate registrate, tutti i circensi, le catenine d’oro giallo, i profumi dal tabaccaio, gli avari, i razzisti, gli slang, i nobili e tutti quelli che socializzano con relativa facilità.

Non sopporto niente e nessuno.

Neanche me stesso. Soprattutto me stesso.

giovedì 26 agosto 2010

Pubblicità subliminale

Non so se abbiate colto il sottile gioco di parole a cui sono ricorsi i creativi di questa campagna pubblicitaria apparsa recentemente in Sicilia, terra di pannelli solari e grandi occasioni di risparmio...

mercoledì 25 agosto 2010

i centroSINISTRI

Ieri Veltroni ha sentito questa pulsione irresistibile. C’aveva importanti comunicazioni per le masse. Così ha preso carta e penna e ha scritto agli italiani (a tutti-tutti, eh) e ha chiesto al Corriere della Sera se per favore gliela pubblicavano.

Dal momento che è Agosto hanno acconsentito.

Poi c’è Vendola che invoca primarie per ricevere l’investitura ufficiale, confida di vincerle perché al momento sembra sia il solo a volersi candidare. Del resto, visto il suo curriculum, è l’unico modo che avrebbe per vincere. Che poi non abbia una possibilità che sia una di superare Berlusconi non lo riguarda. Anzi meglio, perché a far l’opposizione non hai responsabilità e puoi criticare a go-go. E magari ti scappa talvolta di far pure bella figura! Dai, una gran bazza diciamocelo.

Come dimenticare poi il portavoce ufficiale di D’Alema, Bersani, che chiede un governo tecnico perché di metterci la faccia quando sei certo di perdere a lui sta proprio sul culo.

E senza contare quelle mezze figurine come la Bindi, Franceschini e simili che sono buoni solo per un passaggio al Tg3, invitati non per par-condicio ma perché fanno oggettivamente pena.

Maccheccazzo. Sono passati otto anni dal discorso di Nanni Moretti a piazza Navona. Non otto mesi, otto anni cristo santissimo!!

E siamo ancora qua dover scegliere se votare delle merde o delle merde-light..

lunedì 23 agosto 2010

Bilancio estivo

Fine agosto. Sono appena rientrato da quelle che, a mio insindacabile giudizio, erano 12 giorni di meritatissime ferie.

Ma non induciamo oltre perchè è giunto il tempo di fare il punto sull'estate che si approssima al termine.

Ovvero i tormentoni/gadget che hanno confermato che la regressione dell’homo sapiens-sapiens verso l’australopiteco è un processo inesorabile e nemmeno tanto lento.

Il mio personalissimo podio delle schifezze estive 2010 è il seguente:

3° posto: il braccialettino Power Balance, quello che promette di aumentare istantaneamente l’equilibrio di chi lo indossi. Più miracoloso di un pezzo della barba di padre pio.

2° posto: quella “uacca” di Shakira e il suo inno scassa cazzi dei mondiali. Credo sia lei la vera responsabile della debacle azzurra, la tracagnotta più sopravalutata del globo terracqueo nel video più che un balletto sembra fare una macumba..

1° posto: Inarrivabile, la t-shirt col faccione di Gianni Agnelli. Questa specie di sindone dei nostri tempi mi capita di vederla in giro sempre più spesso, un vero must per chi ama cavalcare sempre le ultime tendenze. Il prezzo? Un affarone, solo 115 !!!

Anche se non ho mai creduto che una maglietta fosse il posto più giusto per ricordarlo, tutto ciò mi ha fatto rimpiangere l’epoca in cui c'era chi sfoggiava il Che. Paragonata a questa immonda tamarrata quella si che era vera nobiltà...

sabato 7 agosto 2010

Sulla strada per nessun luogo

Sappiamo dove stiamo andando
Ma non sappiamo dove siamo stati
E sappiamo quello che sappiamo
Ma non possiamo dire quello che abbiamo visto


Ah beh, forse si tratta della mia canzone preferita. Di sicuro lo è il video. E poi oggi inizio le ferie per cui mi sento proprio come il tizio del video: costume da mare, salvagente sotto braccio e in cammino sul ciglio della strada. Almeno per le prossime due settimane..

martedì 3 agosto 2010

nuovi guai in BP

Riunione tipo della task-force "risolvi problemi" della nota multinazionale ultimamente al centro di qualche pretestuosa polemica da parte dei soliti ambientalisti rompicoglioni.. (grazie a Faustiko per la segnalazione).

domenica 1 agosto 2010

2 Agosto, ore 10.25

Di quel giorno di 30 anni fa ricordo molto. Ricordo la telefonata di una zia, era infermiera all’ospedale maggiore, ci avvertì lei. Piangeva. Ricordo la Rai che trasmetteva dalla stazione. Tutte quelle macerie, la polvere e un signore con la testa piena di sangue e senza più un braccio che urlava.

E poi ricordo l’inquadratura di quel cartellone cinematografico piegato dall’esplosione “L’IMPERO COLPISCE ANCORA”. In quei giorni chiedevo di continuo ai miei di portarmi a vederlo. Quella vista mi raggelò. Era stato lui, Darth Vader e il suo impero del male a colpire.

Oggi, a trent’anni di distanza, ero davanti a quella stazione a ricordare quel giorno. A ricordare quelle 85 persone che non ci sono più. E a provare disgusto per un governo che per la prima volta non c’era, scegliendo di non mandare alcuno a rappresentarlo.

Un falso impero che colpisce ancora, oggi come trent’anni fa.